In collaborazione con l'architetto Andrea Carletti, no_made partecipa al concorso di progettazione per la riqualificazione architettonica e artistica di Piazza Giuseppe Verdi. La forte volontà di contestualizzione e identificazione delle scelte compositive ed architettoniche, sia a livello di meta-progettazione che a livello di dettaglio per i materiali da costruzione e da campitura e la poesia degli spunti progettuali, si è materializzata e fusa in una piazza vincolata dalla propria forma e delle proprie architetture, a creare uno spazio semplice e flessibile, fatto di poche ma forti linee progettuali.
È così che l’acqua diventa il segno vitale della piazza, simbolo della rinascita dello spazio, ora divenuto luogo, e si fonde con la doppia matrice regolare della pavimentazione che plasma e reinterpreta il muro a mattoni della torre del Palazzo delle Poste del Mazzoni e il mosaico di Fillia e Prampolini che su di esso nasce e si sviluppa .
Il Teatro Politeama Duca di Genova rinasce sull'antico ingombro del prospetto principale in un portale luminoso, una traccia-fantasma in armonico equilibrio rispetto all'opposto ingresso dell’Arsenale Militare alla fine della Via Chiodo.
Il bosco, incluso in uno teca di vetro, kunsthall metaforica, costituisce un collegamento ideale con l’impianto ottocentesco di questa zona centrale della città con i suoi giardini, oltre che un interessante gesto di sostenibilità ambientale e progettuale dovuto al riuso delle essenze che ad oggi esistono lungo lo spartitraffico e lungo i perimetri della piazza.
Ad unire i tre elementi principali, acqua, fantasma e bosco una serie di dettagli che vanno a segnare l’arredo dello spazio: un piedistallo posto nella porzione della piazza in adiacenza al Palazzo degli Studi rievoca i monumenti puntiformi che caratterizzano le prospettive dei viali centrali della città a consentire, in futuro, l’esposizione temporanea di opere d’arte, una fontana a rafforzare e segnare in alzato il segno d’acqua definitorio della piazza, una serie di morbide sedute poste di fronte al bosco, anch'esse a richiamo di alcuni elementi grafici dei mosaici futuristi, quasi a costituire l’ideale platea del teatro ritrovato.
